Un poeta iracheno, classe 1954, quarto figlio di dieci fratelli di maschi e femmine, nel villaggio di Al-Tanuma, uno dei distretti di Shatt Al-Arab a Bassora. Ha vissuto lì da bambino, prima che la sua famiglia si trasferisse quando era giovane, per vivere dall'altra parte del fiume, nella località di Al-Asma'i. All'età di quattordici anni, Matar iniziò a scrivere poesie e le sue prime poesie non andarono oltre la portata del flirt e del romanticismo, ma presto gli furono rivelati i segreti del conflitto tra l'autorità e il popolo, così si gettò in un primo periodo della sua vita, nel cerchio di fuoco, dove non si costrinse a tacere, né per indossare abiti nuziali al funerale, entrò nella mischia politica partecipando a pubbliche celebrazioni recitando le sue poesie dal podio, e queste poesie nei loro inizi furono lunghe, raggiungendo più di cento case, incaricate di un alta forza di incitamento, e centrato sull'atteggiamento del cittadino nei confronti del potere che non lo lascia in vita. Una situazione del genere non poteva passare pacificamente, che costrinse il poeta, alla fine, a dire addio alla sua patria e ai campi della sua giovinezza e dirigersi verso il Kuwait, fuggendo dall'inseguimento dell'autorità. In Kuwait, ha lavorato nel quotidiano Al-Qabas come editore culturale e ha anche lavorato come insegnante per le classi elementari in una scuola privata, e all'epoca aveva circa vent'anni, dove ha continuato a scrivere le sue poesie, che si prendeva cura di sé per non eccedere in un argomento, anche se l'intera poesia veniva in un verso. E iniziò ad accumulare queste poesie come se stesse scrivendo il suo diario nel suo diario personale, ma presto arrivò alla pubblicazione, e "Al-Qabas" era il buco attraverso il quale tirava la testa e benediceva la sua svolta poetica suicida, e ha registrato i suoi stendardi senza paura, e ha contribuito alla sua diffusione tra i lettori.Nel 1986, si stabilì Ahmed Matar a Londra, per trascorrere i lunghi anni, miglia e miglia lontano dalla patria, vicino a lui a un tiro di schioppo, in una lotta con nostalgia e malattia, trincerando le lettere del suo testamento in ogni vessillo che innalza. Attualmente è pubblicato sul quotidiano qatarino Al-Raya sotto l'angolo "Segni" e "Giardino umano", oltre agli articoli in "Friday Break". Tra i suoi libri di poesie, hadith delle porte, poesie di censori, governanti della terra, eredi di Satana, anni di conflitto, il cadavere è una lacrima sul corpo della libertà, il maledetto Sultano