Pure Immanence: Essays on A Life pdf

Gilles Deleuze (francese Gilles Deleuze) (18 gennaio 1925 – 4 novembre 1995) è stato un filosofo francese che ha scritto di filosofia, letteratura, cinema e belle arti dai primi anni '50 fino alla sua morte nel 1995. Plateau 1980, co-autore di entrambi con lo psicoanalista Felix Guattari. Il suo trattato metafisico Differenza e ripetizione (1968) è considerato da molti studiosi una delle sue più grandi creazioni. Il filosofo Adrian William Moore lo classifica tra i "più grandi filosofi", citando i criteri di Bernard Williams per un grande pensatore. Sebbene in passato si sia descritto come "pura metafisica", il suo lavoro ha influenzato una varietà di discipline attraverso la filosofia e l'arte, tra cui la teoria letteraria, il post-strutturalismo e il postmodernismo. Gilles Deleuze, insieme a molti neo-spinosisti di ispirazione marxista come Louis Althusser, Étienne Balibar e Antonio Negri, fu una delle figure chiave nella grande fioritura degli studi di Spinoza nella filosofia continentale tra la fine del XX e l'inizio del XXI secolo (o l'ascesa dello spinoismo francese di ispirazione post-strutturalista), che fu il secondo revival di Spinoza nella storia, dopo il neo-spinozismo di grande importanza nella filosofia e nella letteratura tedesca tra la fine del XVIII e l'inizio del XIX secolo. La preoccupazione e la riverenza di Deleuze per Spinoza è ben nota nella filosofia contemporanea. Come ha affermato Pierre Macherry, “Una parte importante del lavoro di Deleuze è dedicata alla lettura dei filosofi: Stokes, Leibniz, Hume, Kant, Nietzsche, Bergson, ecc. Ma a Spinoza verrà assegnato un posto individuale in questa lista, per l'interesse filosofico cui corrisponde.

Pure Immanence: Essays on A Life pdf da Gilles Deleuze

The essays in this book present a complex theme at the heart of the philosophy of Gilles Deleuze, what in his last writing he called simply ''a life.'' They capture a problem that runs throughout his work--his long search for a new and superior empiricism. Announced in his first book, on David Hume, then taking off with his early studies of Nietzsche and Bergson, the problem of an ''empiricist conversion'' became central to Deleuze's work, in particular to his aesthetics and his conception of the art of cinema. In the new regime of communication and information-machines with which he thought we are confronted today, he came to believe that such a conversion, such an empiricism, such a new art and will-to-art, was what we need most. The last, seemingly minor question of ''a life'' is thus inseparable from Deleuze's striking image of philosophy not as a wisdom we already possess, but as a pure immanence of what is yet to come. Perhaps the full exploitation of that image, from one of the most original trajectories in contemporary philosophy, is also yet to come.