Vietnam: una tragedia epica 1945: 1975 книга pdf прочитать и скачать Макс Гастингс
Il Vietnam è stato il conflitto moderno più divisivo nel mondo occidentale. Max Hastings ha trascorso gli ultimi tre anni intervistando dozzine di partecipanti da tutte le parti, ricercando documenti e memorie americani e vietnamiti per creare una narrazione epica di una lotta epica. Ritrae le scene di Dien Bien Phu, il raid aereo del Vietnam del Nord e battaglie meno conosciute, come il bagno di sangue a Daido. Ecco la realtà vissuta della lotta in mezzo alla giungla e alle risaie che ha ucciso due milioni di persone.
Molti hanno trattato questa guerra come una tragedia per gli Stati Uniti, ma Hastings non dimentica i vietnamiti: in quest'opera ci sono testimonianze di guerriglieri vietcong, paracadutisti del sud, hostess di Saigon e studenti di Hanoi, insieme a soldati della fanteria dal South Dakota, marines dalla Carolina del Nord e aviatori dall'Arkansas. Non c'è altra opera sulla guerra del Vietnam che abbia mescolato una narrazione politica e militare del conflitto con commoventi esperienze personali: il timbro di Max Hastings che i lettori conoscono così bene.
"Viet Nam: così lo scrive il popolo che vi abita; per amore di leggibilità,
tuttavia, mantengo la consuetudine occidentale di utilizzare “Vietnam”, e allo stesso modo rappresento come singola parola Ha Noi, Sai Gon, Dien Bien Phu, Da Nang, Viet Minh e Viet Cong. La lingua vietnamita ricorre in larga misura a segni diacritici tonali. Nel testo li ometto, ma nella bibliografia e nell’indice tutti i nomi propri sono opportunamente accentati. I nomi vietnamiti sono comunemente composti di tre parti, con il cognome messo per primo, e ho aderito a questa convenzione. Molti occidentali rimangono sconcertati di fronte alla profusione di vietnamiti di nome “Nguyen”, ma non posso farci nulla. Laddove possibile, senza che vada a scapito della coerenza, ometto i nomi delle province, onde evitare di gremire il racconto di dettagli geografici. Le traduzioni portano spesso a una prosa artefatta. Nelle citazioni tratte dai documenti e dalle memorie in lingua straniera rispetto, in tutti i miei libri, l’ammonizione di John Dryden: un traduttore «non dovrebbe fare da lacchè all’autore, ma mettersi al suo fianco». Cerco dunque di trasmettere le conversazioni in vietnamita e in francese con un linguaggio colloquiale. “Afroamericano” è un termine moderno; all’epoca della guerra del Vietnam, si usava la parola “nero”, ed è quella che mantengo qui. Menziono il colore della pelle di un americano solo dove sembra pertinente. I gradi attribuiti sono quelli che ciascuno aveva al momento dell’episodio descritto."